Un liquore amato in Italia e nel mondo: il bicerin di giandujotto
- Redazione Artigiano in Fiera
- 10 anni fa
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Il connubio tra due eccellenze targate Piemonte ha dato vita, nell’Ottocento, a un liquore apprezzato in Italia e nel mondo.
Stiamo parlando del bicerin di giandujotto, una variante alcolica del tradizionale bicerin, la miscela di cioccolato, caffè e crema di latte (se ne ha notizia fin dal XVIII secolo) diffuso ancora oggi nei locali di Torino.
Dalla ricetta, gustata anche dal Conte di Cavour, da Jean Jacques Rousseau e da Alexandre Dumas, si è dunque sviluppata una versione definita dalla Regione “prodotto agroalimentare tradizionale” (P.A.T.).
“Il mio bisnonno – racconta Andrea Vincenzi, titolare delle Nuove Distillerie Vincenzi – trasformò la formula del ‘bicchierino’ eliminando il caffè e tagliando il cacao con la nocciola”.
L’intuizione di Ferdinando Vincenzi, fondatore nel 1930 dell’azienda di famiglia, ebbe origine nella sempre più massiccia diffusione del gianduja, un tipo di cioccolato ideato per ovviare al blocco napoleonico (1806), che ridusse l’arrivo in Europa di numerosi prodotti d’oltreoceano.
“Io e mio fratello Luca rappresentiamo la quarta generazione dell’azienda – afferma l’artigiano -. Con mio padre Dario e l’aiuto di due collaboratrici, continuiamo a gestire il marchio originale regolarmente registrato”. Un brand conosciuto a livello internazionale ed esportato in 32 Paesi. Si tratta, del resto, di uno tra i più stimati cream grazie alla bassa gradazione alcolica (15%) che lo rende gradevole a tutti i palati.
“Il processo di preparazione è unico nel suo genere – continua Andrea Vincenzi -. In particolare, la base vegetale viene integrata con la polvere di cacao, l’aroma di nocciola e l’alcool etilico”. L’assemblamento degli ingredienti genera un liquore senza glutine e diary free, che può essere servito liscio, con ghiaccio o accostato a dolci e gelati.
“A differenza di altri prodotti – conclude Vincenzi – le nostre bottiglie non hanno una scadenza: il bicerin di giandujotto è, infatti, privo di latte”.
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