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Legumi, la qualità della produzione secondo Walter Tesoriere

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Ha cambiato la sua vita, da musicista a produttore agricolo, Walter Tesoriere, della Val d’Agri in Basilicata, ci porta alla scoperta del gustoso mondo dei legumi. La sua specialità è il fagiolo di Serconi, di cui detiene, insieme a tre altri produttori, il marchio di indicazione geografica protetta, ma anche di cicerchie, fave e lenticchie. E ci lascia anche un importante messaggio culturale: la qualità è garanzia ed è giusto che venga pagata. I produttori ritornino a parlare di territorio con i propri clienti.

Legumi IGP: parla il produttore Walter Tesoriere

Qual è la particolarità del fagiolo di Serconi, uno dei quattro faglioli con il marchio IGP?

Potrebbe risultare strano, ma la sua ricchezza è il fiume che gli scorre accanto. Si chiama Sciaura ed ha una particolare sabbia ricca di sali minerali che regala un apporto nutritivo al fagiolo che non ha eguali con altri tipi. Come produttore di legumi  ho tutto l’interesse a che questo regalo che mi ha fatto la natura non venga perso, pertanto la lavorazione del fagiolo che coltivo è di qualità: viene fatta manualmente. Questo comporta che all’interno delle confezioni messe in vendita non troverai mai un fagiolo andato a male o sabbia e sassolini.  Si tratta di una produzione limitata a cui non viene apportato nessun tipo di aiuto chimico o non naturale. I semi che pianto sono molto antichi e hanno origini americane, Paese in cui il fagiolo è nato. Con il tempo ho deciso anche di coltivare, utilizzando lo stesso terreno, altri legumi come le lenticchie, le fave, i ceci neri e quelli tradizionali e le cicerchie che è l’alimento più antico del mondo comparso ottomila anni prima di Cristo ed ha un gusto a metà strada tra la favina e il lupino.

Hai fatto riferimento al marchio IGP. Quanto sono importanti queste denominazioni?

A volte possono essere creare degli grandi equivoci. Molto spesso, infatti, le zone territoriali vengono allargate fin troppo e si rischia che alcuni prodotti non abbiano effettivamente tutte le caratteristiche tipiche di un zona. Si tende a estendere i confini anche per una questione economica e di affari – posso comprenderlo – ma in seguito è difficile far capire al consumatore finale perchè ci sono disparità di prezzi tra le stesse denominazioni. Ritengo invece importante che il cliente sia educato all’acquisto consapevole.

Cosa intendi?

Il produttore e anche il commerciante dovrebbero diffondere la cultura del territorio, fare da guida al consumatore. Io lo faccio con i miei clienti e con ottimi risultati. I miei legumi fortunatamente hanno molto successo! Se, per esempio,   racconto come lo zolfino toscano viene coltivato e sopratutto dove lo posso coltivare e cioè nell’area tipica della dorsale valdarnese del Protomagno, quali sono le sue proprietà nutrizionali e le sue caratteristiche di gusto, posso anche far comprendere perchè 250 gr. di questo prodotto hanno un costo che si aggira tra i quindici e i venti euro. Rendo il consumatore consapevole della fatica e dell’impegno della produzione e del motivo del costo elevato. Secondo me i piccoli negozi di gastronomia, presenti un tempo in tutte le città,  avevano questo compito, quello di selezionare i prodotti e farli conoscere. Con i grandi supermercati si è persa questa prerogativa,  ma devo dire che il proliferarsi di programmi di cucina in televisione ha risvegliato la curiosità nei consumatori. Oggi sono più attenti alla qualità e disponibili all’ascolto.

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