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Prosciutto: come riconoscerne la qualità

Prosciutto di qualità

Quando si acquista il prosciutto occorre sempre cercare quello italiano, perché le regole del nostro Paese sulla macellazione dei maiali sono più restrittive e ne garantiscono la qualità grazie alla loro filiera interamente controllata. Nella maggior parte dei Paesi esteri, invece, le regole sono più permissive e spesso si verificano situazioni in cui i maiali vengono macellati troppo presto, quando cioè non hanno ancora la quantità di grasso richiesta affinché si possa procedere con la produzione di prosciutto, per questo motivo vengono iniettati salamoia e polifosfati che ne danneggiano la qualità.

Ma come si fa a riconoscere se il prosciutto è italiano oppure no? In effetti è piuttosto complicato, anche perché per legge può considerarsi italiano anche il prosciutto ottenuto da animali allevati all’estero, ma la cui carne ha subito il processo di salatura e stagionatura in Italia. Occorre dunque indagare più a fondo e non fermarsi a leggere la provenienza del prosciutto, perché questa, da sola, non garantisce che sia un prosciutto di alta qualità e al 100% italiano.

Riconoscere il prosciutto cotto di qualità

Riconoscere qualità del prosciutto cotto

Per quanto riguarda il prosciutto cotto, bisogna osservarlo bene e verificare che esso abbia delle striature di grasso “naturali” e che non somigli a una fetta di soppressata. Se così dovesse essere infatti, cioè se l’aspetto del prosciutto è quella di una serie di quadratini affiancati e non uniformi, senza le striature, vuol dire che si tratta di un prosciutto che non è stato ricavato da una coscia intera, ma da una serie di parti di coscia che sono state messe insieme come se fossero un puzzle o un mosaico. Questo tipo di prosciutti sono sempre di scarsa qualità e contengono polifosfati, inoltre le fette appaiono gelatinose e spesso anche la loro forma è artificiale, squadrata. Il prosciutto di alta qualità, inoltre, ha uno spesso strato di grasso esterno accompagnato dalla cotenna, che avvolge il prosciutto integro.

Se nell’etichetta viene definito soltanto “prosciutto cotto” o “prosciutto cotto scelto”, potrebbe contenere polifosfati (occorre dunque leggere meglio e cercare la dicitura “senza polifosfati”), mentre se la dicitura è “prosciutto cotto di alta qualità” si può avere la certezza della bontà della materia prima.

Riconoscere il prosciutto crudo di qualità

Riconoscere prosciutto crudo di qualità

Il prosciutto crudo di alta qualità, se acquistato a fette, si riconosce soprattutto dal profumo e dal gusto, perché ha una dolcezza e una morbidezza inconfondibili e non risulta eccessivamente salato. Se invece si acquista direttamente la coscia, occorre cercarne il marchio, che viene impresso a fuoco sulla cotenna dopo almeno un anno di stagionatura, e verificare che tale marchio rientri tra quelli tutelati dai consorzi che garantiscono sulla qualità della materia prima e delle modalità di lavorazione.

 

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