Olio extravergine d’oliva: l’annata 2016 in Italia e il prezzo al litro
- Redazione Artigiano in Fiera
- 8 anni fa
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Com’è andata la raccolta e la produzione dell’olio d’oliva, eccellenza del made in Italy, quest’anno? La questione è molto importante anche lato consumatori perché una buona annata, come quella dell’anno scorso, significa alta quantità (e qualità) delle olive e dell’olio, quindi prezzi non elevatissimi del prodotto finale. Viceversa più il raccolto è scarso, più il prezzo della materia prima schizzerà verso l’alto e di conseguenza tutto il processo produttivo costerà di più influendo chiaramente sul prezzo finale di un litro di olio extravergine.
Di questo e altro abbiamo parlato con Francesco Travaglini, produttore molisano, a capo del Consorzio Molisextra, in prima linea come pochi contro la contraffazione dell’olio extra vergine d’oliva e per la difesa della corretta etichettatura di uno dei fiori all’occhiello della produzione agroalimentare italiana. A marzo scorso grazie alla “battaglia” combattuta in primo luogo da lui e dal consorzio che rappresenta contro un controverso D.lgs. – che in pratica cancellava il reato penale comminando solo un’irrisoria ammenda ai truffatori – il pericolo è stato scampato.
Ma vincere una battaglia non significa vincere la guerra ed è per questo che l’attenzione sulla giusta etichettatura non è certo venuta meno, con importanti novità che già da quest’anno sono a tutto favore di noi consumatori. Ma prima di entrare nel dettaglio delle buone notizie, ci soffermiamo con il nostro esperto sul raccolto e la produzione d’olio d’oliva 2016.
Ciao Francesco, cosa possiamo dire della produzione di olio d’oliva 2016, è andata meglio o peggio rispetto all’anno scorso?
Guarda, rispetto all’anno scorso siamo agli antipodi. L’annata 2015 è stata per l’olio d’oliva italiano praticamente la migliore degli ultimi 20 anni, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La qualità di olio extra vergine d’oliva prodotto l’anno scorso è stata eccellente. Il 2016 è invece un po’ l’annus horribilis per il raccolto e la produzione dell’olio. Anche il 2014 era stata un’annata pessima; ogni due anni sembra che ciclicamente qualcosa debba andare storto. Quest’anno, senza voler dare numeri che lasciano il tempo che trovano, la produzione di olio d’oliva è calata tantissimo rispetto a 12 mesi fa. Il prezzo delle olive e dell’olio è dunque salito alle stelle, il che farà sicuramente piacere a chi l’olio lo vende soltanto, meno a chi lo deve produrre.
Perché quest’annata è stata così nera?
Le condizioni climatiche hanno permesso una proliferazione di insetti (specie la mosca) e parassiti che nemmeno la rigida e tempestiva applicazione dei protocolli di difesa è riuscita ad arginare a dovere. Si parla del 2016 come uno degli anni più caldi in assoluto: l’alta temperatura in sé non è un problema, anzi sarebbe stata di aiuto, ma a causa della contestuale forte umidità si è venuta a creare una situazione quasi paradossale e i parassiti hanno potuto diffondersi senza che si riuscisse a tenerli a bada. Naturalmente ciò non significa che quest’annata 2016 sia stata pessima dappertutto e che non sia stato prodotto da nessuna parte in Italia dell’ottimo olio extravergine di oliva. Si è riusciti a lavorare bene, per fare qualche esempio, in diverse zone dell’area di Garda, della Puglia e del Molise.
Veniamo alla questione etichettatura. Come consumatori possiamo ritenerci soddisfatti di quello che leggiamo in etichetta? C’è un modo per essere certi che quello che acquistiamo è olio extravergine di oliva prodotto in Italia?
Da quest’anno, per legge, c’è l’obbligo di apporre sull’etichetta dell’olio d’oliva made in Italy l’annata di produzione. Questo ci dà la garanzia che si tratta di oli d’annata, di qualità, quindi non blend, cioè prodotti con oli provenienti da varietà di olive, annate e nazioni diverse. Si tratta di una grande novità rispetto al passato. Oggi se vogliamo accertarci che stiamo acquistando dell’olio extravergine d’oliva prodotto in Italia, dobbiamo ricercare sull’etichetta la data di raccolta e/o di produzione. Un obbligo di legge che ci assicura che quell’olio è al 100% italiano.
Starà poi all’imbottigliatore dell’extravergine stabilire entro quando quella bottiglia andrà consumata per conservare le caratteristiche del suo contenuto (non c’è l’obbligo di indicare la data di scadenza dell’olio, il termine di 18 mesi non c’è più dopo il recepimento a giugno scorso di una legge europea, Ndr). Parliamo di olio d’oliva sicuramente d’annata, sicuramente prodotto nel Belpaese e con olive italiane la cui qualità può essere comunque più o meno elevata: ciò dipende dalla varietà di olive utilizzate e in definitiva dal tipo di produzione. Per chi invece fa olio blend non c’è obbligo di annata di produzione.
La legge quindi ora c’è ed è un grande passo in avanti – chi ha cultura dell’olio di oliva lo sa bene – bisogna solo stare attenti e non abbassare la guardia perché la norma venga fatta pienamente rispettare dalle autorità competenti. Anche gli oli DOP sono al 100% made in Italy e anche qui vale lo stesso discorso sulla qualità che può variare per i fattori che abbiamo detto.
In considerazione di quello che ci siamo detti, quanto “deve” costare quest’anno un litro di olio extravergine di oliva? Quanto dovremmo spendere per essere sicuri di quel che acquistiamo?
Il costo della materia prima olive quest’anno e sugli 8 euro al chilo. Aggiungendo la molitura, la bottiglia, il confezionamento e gli altri costi fissi, un litro di olio in azienda ci viene già 10 euro. Per cui diciamo pure che se acquistiamo un litro di olio extravergine di oliva a meno di 12 euro dovremmo quantomeno nutrire qualche dubbio su quello che stiamo portando a casa.
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