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Storia del Carnevale

storia del carnevale

La storia del Carnevale è anche storia del Martedì grasso, ovvero del giorno più importante e che chiude questa festività molto diffusa e sentita soprattutto nei paesi cattolici dell’Europa e del Sud America. Detto questo va precisato che il Carnevale non è una festa cristiano-cattolica, non è riferibile a nessun testo sacro, ma proprio grazie alla Chiesa da festa prettamente pagana e popolare, fatta di eccessi, baldoria e libertinaggio, ha potuto assumere dei significati legati alla religione.

Le origini del Carnevale vengono fatte risalire da diversi studi al mondo antico pre-cristiano e precisamente ai riti propiziatori di greci e romani. Dal Medioevo in poi la Chiesa farà coincidere la festività con il periodo che anticipa la Quaresima, ovvero i quaranta giorni che precedono la Santa Pasqua, non senza essersi opposta prima strenuamente agli elementi più libertini, stravaganti e licenziosi della festività nota in ogni dove soprattutto per il suo elemento distintivo: il mascheramento.

Un tratto della volontà della Chiesa di smorzare gli eccessi del Carnevale è osservabile ancora oggi nell’esposizione nei nostri luoghi di culto delle Sante Quarantore, pubblica adorazione di Gesù Eucarestia (del Santissimo Sacramento) che avviene negli ultimi tre giorni della festa, domenica, lunedì e appunto il martedì cosiddetto grasso.

Storia del Carnevale: origini e significato

La storia del Carnevale come accennato ha origine nel mondo pagano, dai rituali di buon auspicio di festività antichissime come le dionisiache greche e i saturnali romani. Nell’antica Roma, l’inizio della primavera veniva omaggiato con delle feste in maschera in onore del dio Saturno. Maschere e costumi in quei giorni cancellavano le differenze sociali: tutti potevano partecipare a questi riti propiziatori soprattutto per ottenere la benevolenza degli dei, ad esempio per ottenere un raccolto abbondante. La fine del Carnevale dal Medioevo in poi coinciderà dunque con l’inizio del periodo della Quaresima.

Il periodo del Carnevale viene indicato come “Tempo di Settuagesima” nei paesi di tradizione cattolica e viene inteso come periodo preparatorio immediatamente precedente la riflessione e riconciliazione con Dio propria della Quaresima. Il Tempo di Carnevale inizia con la cosiddetta domenica di settuagesima, cioè la prima delle nove domeniche precedenti la Settimana Santa, per avere il suo culmine dal Giovedì dell’ultima di queste settimane al Martedì grasso. Giorno quest’ultimo che precede il Mercoledì delle Ceneri il quale dà inizio alla Quaresima (e quindi al digiuno quaresimale) che conduce alla Pasqua, ricorrenza mobile, ossia con cadenza non annuale ma variabile (sempre però dal 22 marzo al 25 aprile) correlata al ciclo lunare.

Martedì grasso e astinenza quaresimale

Ecco perché si può dire che la storia del Carnevale, al di là della perdita della sua connotazione religiosa tipica dell’età moderna (legata al fatto che l’astinenza quaresimale e la concentrazione su preghiera e penitenza sono molto meno diffuse rispetto al passato) è storia del Martedì grasso visto che con questo termine viene indicato l’ultimo giorno della festività e il giorno immediatamente precedente il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio della Quaresima che porta alla Pasqua, principale solennità del Cristianesimo.

Non a caso il termine Carnevale viene fatto derivare dal latino carnem levare (eliminare la carne) a indicare proprio il banchetto che si teneva nell’ultimo dì della festività, il martedì prima dell’inizio del periodo quaresimale. Nel giorno del Martedì grasso, ultimo dei sette giorni grassi del Carnevale (ma la festività può durare anche di più, come nel caso del celeberrimo Carnevale veneziano, quest’anno dell’11 al 28 febbraio) si mangiavano cibi succulenti e prelibati, cibi grassi, soprattutto la carne che poi non poteva essere consumata durante la Quaresima.

Si esagerava a tavola, e spesso si dava sfogo ai vizi, prima di entrare nel periodo del digiuno quaresimale. Il martedì grasso, Mardi gras in francese, assume nomi differenti anche nella stessa Italia o all’interno delle stesse regioni italiane: è il caso della Sardegna dove il Martedì grasso viene chiamato Martisero a Mamoiada e Martisperri a Ulassai. Diversità che si traduce anche nei nomi di alcuni dei dolci più tipici del Carnevale, come le chiacchiere altrimenti dette sfrappole, crostoli o ancora rosoni.

A Milano, o meglio nella stragrande maggioranza delle chiese dell’Arcidiocesi di Milano, in virtù del Rito Ambrosiano, l’ultimo giorno di Carnevale è invece il sabato, quattro giorni dopo il Martedì grasso del rito romano. Negli Stati Uniti il martedì che precede il giorno delle Ceneri, molto sentito soprattutto a New Orleans, è chiamato Pancake day (Giornata del pancake, frittelle a base di farina burro, uova e latte), nel Regno Unito si chiama Shrove Tuesday, con shrove che deriva da to shrive, cioè confessare e assolvere.

 

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