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Qual è la differenza tra zuppa e minestra?

zuppa e minestra

Zuppa e minestra non sono sinonimi, anche se a volte i due termini vengono confusi tra loro. Prima di addentraci nelle differenze, diciamo che in comune hanno il fatto di essere pietanze a base di alimenti cotti in pentola (potage). Zuppa e minestra differiscono per ingredienti, consistenza e leganti usati. Di certo c’è che zuppa e minestra sono, da sempre, un alimento completo grazie ai brodi vegetali e animali, alle carni e alle verdure cotte appunto in pentola.

 

Zuppa

Il termine “zuppa” fa venire subito in mente “inzuppare”. L’origine della parola zuppa viene attribuita alla lingua gotica, al termine “suppa” con cui veniva indicata la fetta di pane adagiata nelle scodelle in cui veniva versato il brodo. Fetta di pane che per secoli ha avuto la funzione di cucchiaio. La ricetta della zuppa non prevede mai l’aggiunta alle verdure piuttosto che al pesce di pasta e/o riso, a differenza della minestra. Le zuppe sono dense e consistenti e possono essere servite con crostini di pane al posto della classica fetta di pane che si inzuppa nel brodo e che assorbe la parte liquida.

La zuppa viene declinata in mille modi dalla tradizione della cucina popolare italiana: ogni cucina regionale ha le proprie specialità, caratterizzate dall’uso di prodotti locali e dall’impiego di tecniche sedimentate nel tempo. In Toscana il cavolo nero è l’ingrediente base di gustose zuppe, in Calabria e Sicilia sono molto diffuse le zuppe a base di legumi, in Sardegna la caratteristica è l’aggiunta di formaggio. Dalla zuppa di oro perlato a quella di pesce fino al borsch di cavolo, la zuppa è sempre un piatto ricco e nutriente che assicura contenuti nutrizionali di tutto rispetto.

 

Minestra

Il termine minestra deriva da “minestrare”, amministrare, e fa riferimento al compito del capofamiglia che anticamente “ministrava”, cioè suddivideva tra i membri del nucleo, quello che spesso era l’unico piatto a tavola. Le minestre come detto prevedono l’aggiunta di cereali come pasta e riso, al contrario delle zuppe. Gli altri ingredienti, dagli ortaggi alle carni, possono anche essere simili tra zuppa e minestra, con quest’ultima che ha però una consistenza più liquida. Il brodo non viene assorbito,”inzuppato”.

Le minestre a base di riso o pasta sono molto diffuse nella cucina settentrionale, tipiche soprattutto delle cucine regionali di Lombardia e Veneto. Le minestre brodose vanno servite sempre e solo la sera secondo le regole della cucina classica. A pranzo sono ammessi invece soltanto i consommé, minestre chiare caratterizzate da brodi molto insaporiti e chiarificati, con possibili elementi di guarnizione, e serviti in tazze ad hoc a due manici (consommè di pollo o di pesce/crostacei).

 

Zuppa e minestra. E il minestrone?

Il minestrone è un po’ a metà strada tra zuppa e minestra. “Tecnicamente” si tratta di una minestra, con più o meno brodo, preparata di solito con diverse verdure e legumi come ingredienti principali e con l’aggiunta di un farinaceo come la pasta o il riso. Il minestrone, pietanza tradizionale della cucina contadina italiana, oggi viene fatto con verdure fresche e di stagione ma il piatto povero per eccellenza, così come veniva fatto anticamente, permette anche di consumare quello che non è esattamente freschissimo o le verdure ben digeribili solo grazie a una lunga cottura.

 

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