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Stagnatura | Glossario dell’artigianato

Stagnatura:

stagnatura del rame

con il termine stagnatura si indica la tecnica con cui vengono rivestiti di stagno (o leghe a base di stagno) metalli e leghe metalliche in modo da proteggerli da ossidazione e deterioramento causati da agenti esterni: da quelli atmosferici fino agli acidi dei cibi. Per stagnatura si intende anche il prodotto finale del processo stesso, ovvero il rivestimento superficiale, lo strato di stagno che ricopre.

Con la stagnatura in sostanza superfici e oggetti metallici, soprattutto pentole e altri utensili da cucina (in acciaio, ghisa, rame etc.), vengono rivestiti di uno strato sottile, superficiale, di stagno. Il procedimento può avvenire per elettrolisi, per immersione-fusione, ma anche con la proiezione di stagno fuso tramite un getto di gas. L’elettrodeposizione dello stagno si può ottenere con soluzioni acquose acide o alcaline e l’aggiunta di additivi.

La stagnatura artigianale

Le pentole artigianali battute a mano resistono al processo di stagnatura alla fiamma senza deformarsi, quelle di produzione industriale invece non sempre riescono a reggere alle temperature di fusione della stagno e possono essere quindi stagnate con lastre più sottili di quelle lavorate a mano, per una stagnatura che non avviene alla fiamma ma “alla pasta” cioè con una composizione a base di stagno che fonde a temperature più basse.

L’inconveniente è che una stagnatura siffatta rischia di rovinarsi troppo velocemente con l’uso quotidiano degli utensili da cucina. Oltre che per scopi prettamente protettivi, la stagnatura, che fa assumere alle superfici il tipico colore argento opaco con sfumature più scure, può avere anche finalità decorative.

La stagnatura del rame

Alla fase della sgrassatura dell’utensile o oggetto da stagnare, per eliminare ogni tipo di residuo, segue la stagnatura vera e propria, quindi è la volta della spianatura, una sorta di “controllo di qualità” per rimuovere eventuali difetti. Infine c’è la fase più semplice, quella della lucidatura. La stagnatura è ad esempio essenziale per non far ossidare gli utensili da cucina in rame, ossidazioni provocate già dal semplice contatto tra questo nobile metallo e alcuni tipi di alimenti. La stagnatura del rame è l’esempio forse più classico del campo di applicazione di questa tecnica.

Lo stagno è un metallo che non viene intaccato dal contatto con i cibi, oltre a resistere all’ossidazione dell’aria e alla corrosione: rimane neutro, in più è molto duttile e malleabile (a temperature non elevatissime) quindi risulta ottimo per rivestire leghe e metalli, fermo restando che la stagnatura del rame così come quella di qualsiasi altro metallo o lega, con il passare del tempo può usurarsi e che il tegame piuttosto che il paiolo andranno ristagnati, sottoposti a nuova stagnatura.


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