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Editto di purezza | Glossario dell’artigianato

Editto di purezza:

editto di purezza della birra

l’editto di purezza della birra è un decreto promulgato dal Guglielmo IV di Baviera nel 1516 che contiene l’elenco degli ingredienti che potevano e dovevano essere utilizzati per la produzione della bevanda e le regole per la vendita della stessa, compreso il prezzo al litro o meglio per una misura (Mass) o testa (Kopf) di birra. Il dettame di purezza della birra stabiliva più in dettaglio che il prezzo non potesse superare i due talleri per misura (Mass, pari a 1,069 litri). Chi disobbediva all’editto di purezza – fossero le “birrerie” (cioè i produttori artigianali) o i locandieri (che avevano a che fare direttamente con il pubblico) – sarebbe stato “severamente punito” con tanto di confisca dei barili di birra non prodotti o venduti secondo il canone.

Editto di purezza della birra e birre tedesche pure

L’editto di purezza, in tedesco Reinheitsgebot, rinvia al carattere unico degli ingredienti per la produzione della birra bavarese che secondo il documento – considerato tra i primissimi a occuparsi di regolamentazione nel settore igienico-alimentare – sono orzo (poi sostituto con malto d’orzo), luppolo e acqua senza l’aggiunta di altro. Niente spezie, zuccheri e frutta secca. A quell’epoca anche il lievito non era stato ancora scoperto, quando accadde (più di tre secoli dopo) venne inserirò nel canone.

Per le ragioni suddette, le birre tedesche vengono ancora oggi definite “pure” a differenza ad esempio di quelle belghe. Il decreto o Editto di purezza emanato dal Duca di Baviera stabiliva che il birraio dovesse usare solo e soltanto quegli ingredienti e il dettame, da temporaneo che doveva essere, ha praticamente regolamentato la produzione della birra tedesca fino a quando le norme europee non ne hanno preso il posto, cioè dopo l’unificazione economico-commerciale del Vecchio continente (nel 1992).

L’editto di purezza della birra venne sostituito nel 1993 dalla “Legge provvisoria sulla birra tedesca” che contempla l’uso di ingredienti vietati nel Reinheitsgebot come lo zucchero di canna. A dettare il cambio di rotta era stata una sentenza della Corte Europea del 1987 che dichiarò non ammissibili le restrizioni previste dall’Editto di purezza in un contesto di libera circolazione delle merci. Tuttavia non sono certo pochi i produttori di birra tedeschi che continuano a seguire pedissequamente le regole del documento promulgato 500 anni fa dal Duca di Baviera per produrre la birra secondo quella tradizione pluricentenaria come tratto distintivo della qualità e “purezza” della bevanda.


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