Mulino | Glossario dell’artigianato

Redazione Artigiano in Fiera
7 anni fa
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1 min

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Mulino:

Con mulino o molino si indicano genericamente sia gli apparecchi di vario tipo usati per macinare materiali solidi, sia gli stabilimenti dove essi sono installati. Il termine deriva dal latino molĕre che significa macinare. La macinazione ossia la frantumazione di meccanica di corpi solidi ha origini agricole e molto antiche. I sistemi più rudimentali consistevano nello schiacciare la granella tra due pietre battute l’una sull’altra, poi si cominciò a eseguire tale operazione sopra una pietra o un legno molto duro, concavi, battendo con un’altra pietra o muovendola avanti e indietro. Gradualmente si arrivò al mortaio, a volte scavato direttamente nella roccia viva, e al pestello in legno o in pietra usato per frantumare con un movimento rotatorio.

Un passo avanti importante è stato quello di usare pietre discoidali dal diametro di una cinquantina di centimetri, facendole girare su altre pietre, fino a giungere alla macina piana e a quella conica, che veniva usata presso i Romani. Le macine erano mosse da uomini o da animali, poi, più avanti, si cominciò a sfruttare l’energia proveniente dall’acqua, dal vento e dal vapore. Sono nati così i mulini mossi dalle ruote idrauliche, quelli fluviali che venivano montati su natanti, e i famosi mulini a vento, a grandi pale, che sono stati inventati in Persia e portati in Europa dopo l’anno Mille. Nel Medioevo i mulini a vento e ad acqua sono diventati delle vere e proprie macchine motrici capaci di trasformare una forma naturale di energia in energia meccanica. In questa loro funzione i mulini vennero accantonati con il diffondersi delle macchine a vapore.

Tipi di mulino

Ci sono numerosi tipi di mulino, i principali sono:
– a pestelli: la frantumazione avviene a opera di pesi che cadono da una certa altezza e la macinazione è ottenuta dal rotolamento delle sfere e dalla loro caduta sul materiale. Sono molto usati nell’industria per minerali, carbone, cemento, concimi ecc;

– a martelli: sono costituiti da un cilindro orizzontale nel quale ruota un albero munito di sbarre (battitori) che colpiscono il materiale fino a ridurlo alla pezzatura voluta. Sono usati soprattutto per sostanze organiche lamellari o fibrose, resine, zucchero, ossa, cuoio, carbone o asfalto;

– a cilindri: sono costituiti da due cilindri orizzontali, paralleli, caratterizzati da una superficie ruvida, scalanata e dentata. Il materiale da macinare passa lentamente tra i due cilindri. Sono usati soprattutto per cereali, pietre e minerali;

– a dischi: sono mulini costituiti da due dischi verticali e paralleli che ruotano intorno aut asse in versi opposti e hanno venti fissi, il materiale da macinare viene inserito nella zona centrale e spinto verso l’esterno, frantumando dall’urto contro i denti;

– a palle: sono caratterizzati da sfere di metallo o pietra che si trovano in un cilindro ad asse orizzontale, rotante. Il materiale da macinare viene inserito nel cilindro che ruota a una velocità tale che le palle vengono trascinate dalle pareti fino a una certa e altezza e, ricadendo, macinano il materiale;

– a rulli: sono mulini costituiti da un tamburo cilindrico che ruota e al suo interno ha dei rulli che sono tenuti a distanza regolabile dalla superficie interna del cilindro grazie a delle molle;

– a pendolo: sono quei mulini in cui la macinazione avviene grazie a uno o più pendoli che all’estremità hanno un rullo grazie al quale viene percorso il materiale da macinare;

– a palmenti: sono le macine per grano caratterizzate da due mole affacciate, di metallo o di pietra, una delle quali ruota attorno al suo asse centrale in modo che il materiale da macinare, passando nello spazio tra le due mole, viene macinato per sfregamento e pressione;

– a getto: in questo tipo di mulini il movimento è provocato da un getto, per esempio di aria compressa, e la macinazione avviene grazie alla collisione tra le particelle dei corpi solidi da macinare.

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