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Pizzo ad ago | Glossario dell’artigianato

Pizzo ad ago:

Pizzo ad agoIl pizzo ad ago è un particolare tipo di pizzo, di fattura esclusivamente artigianale, noto anche come merletto e trina indica, anticamente chiamato trine ad ago. Con questa espressione si fa riferimento a particolari lavori con merlature e sagomature sporgenti o a punta triangolare.

In Italia esiste fin dal XVI secolo ed è chiamato anche “reticella” e indica tutta una serie di merletti di forma geometrica, a suddivisioni quadrate, che vengono eseguiti con un filo sottile molto ritorto che di solito è di lino o cotone.

Per realizzare lavori di pizzo ad ago serve una traccia impressa su carta nera che riproduce il disegno che si vuole replicare, tale traccia ne deve indicare non solo i contorni, ma anche le nervature dei motivi e le cordelline di riunione. Questo schema viene incollato su un cartoncino rigido, perforato con dei piccoli buchi distanti due millimetri l’uno dall’altro. Lungo questi piccoli fori si costruisce l’intelaiatura di filo, che viene poi riempita con punti festone che possono essere più o meno fitti a seconda dell’effetto ricercato. Quando viene eseguito il pizzo ad ago poi si può eliminare la traccia.

Tra le tecniche di pizzo ad ago troviamo il “punto in aria”, che è un lavoro che si crea senza alcuno supporto di stoffa ed era impiegato dalle merlettaie veneziane per i loro merletti figurativi, ornati di tralci, foglie e fiori, chiamati proprio “trine a punto Venezia”. Furono al centro della cosiddetta “guerra dei merletti” del 1665, quando il ministro francese Colbert importò manodopera specializzata per potenziare l’industria francese.

Proprio grazie all’introduzione della tecnica ad ago dall’Italia e di quella “a fuselli” dalle Fiandre, che si ottiene con spilli e bastoncini. Colbert diede il via alla tradizione dei preziosi merletti francesi, noti come merletti a “Point de France” con fondo di piccole maglie che si servivano del “punto d’Alençon”, “d’Argentan” e “di Sedan” amati nelle nobili corti di tutta Europa.

Salvatore Ferragamo, negli anni ’30 del ‘900, utilizzò il pizzo ad ago di Tavernelle, in versione policroma, per la tomaia di alcuni sandali. Oggi questo tipo di merletti viene usato sopratutto nell’haute couture, che applica ancora tecniche molto sofisticate per mano di maestranze specializzate.

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